Bianco e Nero
La fotografia in bianco e nero occupa un posto unico nel mondo dell’arte e della l’immagine del 20° secolo.
La fotografia in bianco e nero occupa un posto unico nel mondo dell’arte e della l’immagine, tanto più sorprendente, perché all’interno del mondo della fotografia viene dato per scontato. Siamo in grado di convertire in bianco e nero le nostre immagini a colori in automatico, semplicemente facendo clic su di un pulsante,il tutto in una frazione di secondo, però la stragrande gamma di strumenti creativi “automatici” a nostra disposizione è del tutto o quasi inadeguata allo scopo.
E’ importante comprendere l’estetica del bianco e nero, e riconoscere il ruolo che essa svolge nella interpretazione di un scena, la sua utilità per far emergere elementi grafici o di evocare un particolare stato d’animo, e la sua capacità di trasformare non solo l’aspetto, ma anche il significato, di un’immagine.
Bisogna utilizzare questa comprensione tematica riguardante quello che la fotografia in bianco e nero rappresenta ed abbinarla alla conoscenza degli attuali strumenti di conversione dei software. Questa è la chiave per cominciare ad utilizzare in bianco e nero in quest’epoca.
Tutto quessto serve ad evitare di vagare “al buio” spingendo pulsanti a caso senza avere una idea chiara (o più idee) di quale deve essere l’output finale, con efficienza e competenza.
La fotografia digitale ha chiaramente cambiato il modo in cui siamo in grado di scattare in bianco e bianco, ed è perfettamente ovvio che la più importante differenza pratica tra un sensore e la pellicola è che ora è possibile avere sia il colore che il monocromatico dalla stessa inquadratura.
Non c’è scelta prima dello scatto, nessuna decisione se caricare pellicola in bianco e nero piuttosto che pellicola a colori prima di cominciare a lavorare. Come risultato, la maggior parte di ciò che è stato scritto e discusso circa il bianco e nero digitale si concentra sugli aspetti pratici: come convertire, come regolare i canali al fine di alterare la luminosità, i colori differenti come appaiono nella scala di grigi, come ottenere il “look” e la grana di bianco e nero favorita, l’emulsione, e così via. Sicuramente tutto essenziale, e tutti argomenti preziosi da studiare, ma tutti saltano un punto chiave: Più fondamentale che il “come” fare le riprese in bianco e nero è il “perchè” e il “quando“.
Non c’è niente di troppo complicato nello spiegare come ottenere tutti i vari tipi di effetto monocromatico su un’immagine digitale, ma molto più interessante è comprendere la scelta di rendere l’immagine in bianco e nero anziché a colori. Questa scelta ci attira nella lunga e ricca tradizione del bianco e nero nella fotografia che è tradizionalmente associata con l’arte più di quella a colori, e in questo ambito ci sono lezioni da imparare anche dalla pittura monocromatica. Il tema comune che attraversa tutto questo è lla limitazione della tavolozza.
Ciò che distingue il nero dal colore è essenzialmente il modo in cui vediamo il mondo e non pretende di rappresentare la realtà. E’ fondamentalmente la traduzione di una normale “vista” in uno speciale “modo” con caratteristiche molto particolari e personali.
Vi è stato un cambiamento riguardante la percezione del bianco e nero come mezzo per la fotografia. Semplificando, quello che è iniziato come necessità, è stato accettato poi come cosa normale, ed ora, con la possibilità di poter scegliere il colore (qualsiasi tipo di colore) accoppiata con le infinite possibilità di trasformazione delle immagini digitali, il bianco e nero è divenuto una scelta creativa.